Cenni storici

 

CENNI STORICI

Il nome Gambaro e’ di origine longobarda e compare per la prima volta in un diploma del re Ratchis del 747, con cui questo territorio viene assegnato al monastero di Bobbio.Nel basso medioevo, Gambaro entra in possesso dei Malaspina, grande famiglia marchionale originaria della Lunigiana che si espanse fino all’Appennino ligure-emiliano.Ai Malaspina si deve la costruzione del castello attuale ( avvenuta probabilmente all' inizio del 1500 ) possente e severo, tutto in pietra locale, ma anche sobriamente elegante, con la tipica pianta rinascimentale con corte centrale e quattro torri agli angoli .Estintisi nel 1624 i Malaspina di Gambaro, il castello passo’ alla camera ducale farnesiana e poi, nel 1687, ai Landi di Rivalta.I Landi, verso il 1785 vendettero il castello ai Bacigalupi, famiglia del genovesato che ne fu proprietaria fino agli anni trenta del Novecento.Durante la dominazione napoleonica il castello fu sede della “ mairie “ ( comune ).I membri della famiglia Bacigalupi rivestivano solitamente la figura di prete, notaio e amministratore locale.Nel Novecento il castello conobbe vari proprietari, fu sede scolastica e di azienda agricola.Infine dagli anni sessanta ando’ incontro a un piu’ grave degrado, abbandonato ai crolli, alle demolizioni e all’asportazione di elementi architettonici di pregio.E’ stato posto il vincolo di tutela dal ministero preposto nel 1985. Nell’ultimo decennio e’ stato restaurato per ricavarne un luogo residenziale e di accoglienza.

 

Bibliografia essenziale:

Giorgio Eremo, il Castello di Gambaro e il marchesato Malaspiniano degli Edifizi, ediz. Tip.Le.Co., Piacenza, 2015.

Carmen Artocchini, Castelli piacentini, Piacenza, 1983.

Giorgio Fiori, i Malaspina, castelli e feudi nell’oltrepo piacentino, pavese, tortonese, Piacenza, 1995.

Emilio Nasalli Rocca, I marchesi di Gambaro di Val Nure, ramo dei Malaspina di Mulazzo, in

archivio storico per le province parmensi, 1962.

Giulia Petracco Sicardi, l’etimologia del toponimo Gambaro, in archivio storico per le province Parmensi, 1974.